Con cadenza annuale la SUVA, ai sensi dell’art 50 della Ordinanza Prevenzione Infortuni (OPI), dopo aver sentito le varie associazioni specializzate, tra cui l’associazione degli igienisti industriali (SGAH), aggiorna i valori delle concentrazioni massime ammissibili e i valori limite degli agenti fisici come riferimento all’esposizione professionale.

In Svizzera uno dei valori di riferimento di esposizione professionale è denominato MAK (maximale Arbeitsstoffkonzentration). Esso può essere rappresentato sia con un valore di riferimento a 8 ore di esposizione, sia con un valore di esposizione a 15 minuti. Si può altresì calcolare un valore di riferimento per esposizioni giornaliere più lunghe (ad esempio 10 o 12 ore al giorno).

Esistono diversi tipi di valori limite, a seconda dei criteri che vengono utilizzati per la loro definizione:

  • via di assunzione della sostanza nel corpo (inalatoria, percutanea, orale)
  • sede della determinazione della sostanza (aria ambientale, materiale biologico)
  • tipo di determinazione (misurazione diretta, calcolo indiretto)
  • intensità dell’effetto (nessun effetto, effetto minimo)
  • criterio di giudizio
  • durata dell’esposizione
  • vincoli (valori di riferimento, valori limite consigliati, valori limite vincolanti)

A livello internazionale si utilizzano i TLV (Time Weighted Average), utilizzati come riferimento dalla autorevole associazione americana ACGIH.

In ambito europeo si incontrano gli OEL (occupational exposure limits) o i WEL (workplace exposure limits) in tutta l’area del Regno Unito.

Volendo definire il MAK possiamo dire che esso è  la concentrazione massima ammissibile sul posto di lavoro (valore MAK) è la concentrazione media massima ammissibile di una sostanza di lavoro sotto forma di gas, vapore o polvere nell’aria che, secondo le conoscenze attuali, solitamente non danneggia la salute della stragrande maggioranza dei lavoratori sani sul posto di lavoro, quando esposti per un periodo di lavoro di 8 ore giornaliere e fino a 42 ore alla settimana anche per un lungo periodo di tempo.

Il valore MAK quindi è una media calcolata su 8 ore. In pratica, tuttavia, le concentrazioni variano continuamente. A seconda della sostanza e dell’intensità della concentrazione, anche per esposizioni di breve durata, si possono avere notevoli danni alla salute, per cui anche in questo caso dev’essere introdotta una limitazione dal punto di vista di intensità, durata e frequenza. Nella lista dei valori limite sono inseriti anche questi «valori limite di esposizione a breve termine». Per ragioni di praticità, un valore limite di esposizione a breve termine (KZGW) si riferisce a una durata di misurazione di 15 minuti. L’intervallo tra i quattro picchi di esposizione consentiti per ogni turno di lavoro deve essere di almeno un’ora. In ogni caso deve essere mantenuto il valore medio sulle 8 ore.

Per le sostanze localmente irritanti, il valore limite di esposizione a breve termine per un campionamento di 15 minuti corrisponde di regola al valore medio del turno di lavoro di 8 ore, cioè il valore MAK di queste sostanze non va superato anche per un periodo medio di 15 minuti.

Il valore MAK non rappresenta alcun limite sicuro tra ambito pericoloso e non pericoloso. Da un lato le concentrazioni di una sostanza al di sotto del valore MAK non garantiscono la salute di tutte le persone esposte. Persone particolarmente sensibili o con disturbi di salute possono risentire anche di concentrazioni più basse. D’altra parte un’esposizione per un breve periodo al di sopra del valore MAK non significa in ogni caso che compaiano problemi di salute in tutte le persone esposte. Tra le persone particolarmente sensibili rientrano anche quelle la cui cute o le cui vie respiratorie sviluppano una sensibilizzazione nei confronti di determinate sostanze di lavoro. In queste persone si possono manifestare reazioni allergiche (reazioni di ipersensibilità) provocate da numerose sostanze già a concentrazioni minime. In questo caso il rispetto dei valori MAK garantisce solo una sicurezza limitata.

Per molte sostanze che trovano utilizzo nell’industria non è pubblicato alcun valore MAK. Ciò non significa che queste sostanze siano innocue e la loro manipolazione non differisce in alcun modo da quelle per le quali esiste un valore MAK. Un’importante fonte di informazioni è la scheda di sicurezza abbinata a ogni sostanza. Oltre a ciò, le ditte con un’attività internazionale devono rispettare il regolamento REACH che obbliga a fornire un profilo tossicologico a tutte le sostanze commercializzate nell’ambito dell’Unione europea.

Per definizione i valori MAK valgono per l’esposizione a sostanze pure. Per la valutazione delle miscele gassose con possibili interazioni dei singoli componenti, delle sostanze polimerizzanti come gli isocianati, i valori MAK non sono sempre il parametro più adatto. Nella prassi aziendale si impiegano comunque dei modelli per valutare la qualità dell’aria sul luogo di lavoro.

Tuttavia, anche il concetto di valore MAK ha i suoi limiti. Le misurazioni delle sostanze di lavoro nell’aria ambientale forniscono informazioni sull’esposizione esterna, ma non su quella interna. Perciò, in determinate situazioni, la valutazione dell’effetto delle sostanze di lavoro va integrata da un monitoraggio biologico per il tramite dei BAT svizzeri (valori di riferimento biologici di esposizione)

La definizione del valore MAK precisa che la stragrande maggioranza dei lavoratori sani non è messa in pericolo. Va tuttavia tenuta presente la particolare sensibilità di alcuni lavoratori verso sostanze di lavoro, come per esempio i lavoratori affetti da asma bronchiale o altre malattie delle vie aeree quando è presente un’esposizione a polveri o sostanze di lavoro irritanti per le vie aeree stesse.

I nuovi MAK dal 2024

I valori con maggiore impatto, a parere dello scrivente, sono l’aumento da 60 ppm a 100 ppm per la esposizione a 15 minuti (KZGW o STEL) per il monossido di carbonio (cas 630-08-0) mentre il valore a 8 ore è stato ridotto da 30 a 20 ppm.

Al mercurio (Hg) e i suoi composti organici è stata aggiunta la notazione R1b (ovvero reprotossico nella categoria 1b).

Il triclorobenzene (cas 12002-48-1) è stato ridotto nel valore a 8 ore da 38 a 15 mg/m3, e allo stesso tempo è stato un valore di esposizione a 15 minuti di 38 mg/m3.

Da notare anche il valore per il N-metil-2-pirrolidone (cas 872-50-4) dimezzato sia nel valore a 8 ore (40 mg/m3) sia nel valore a 15 minuti (80 mg/m3) a cui è stata aggiunta la notazione R1a (reprotossico certo).

Cancellati dall’elenco dei valori limite per i lavoratori i seguenti contaminanti: auramina, ossido di fenile clorurato, esacloro-cicloesano, esacloro naftalene, metil mercurio, carburo di boro, carburo di titanio (polvere) e altri.

FONTI

“Ampia adesione: adeguamenti dei valori limite sul posto di lavoro 2024”, Suva

“Valori limite sul posto di lavoro: valori MAC e BAT attuali”, Suva

Articolo scritto per HSE-Ticino da Olindo Ianniello, CIH, Igienista del lavoro SGAH