Come noto, il rumore può provocare una serie di danni sulla salute, il più grave, meglio conosciuto e studiato dei quali è l’ipoacusia, ovvero la perdita permanente di vario grado della capacità uditiva. Tuttavia, il rumore può agire con meccanismo complesso anche su altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri), con numerose conseguenze, tra le quali l’insorgenza della fatica mentale, la diminuzione dell’efficienza e del rendimento lavorativo, interferenze sul sonno e sul riposo e molte altre, approfondite nei vari paragrafi sottostanti.

Da non trascurare anche i possibili effetti sulla sicurezza: il rumore può determinare, infatti, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza, con un aumento di probabilità degli infortuni sul lavoro.

In Europa quasi 40 milioni di lavoratori sono costretti ad alzare la voce al di sopra dei normali standard di conversazione per essere uditi e ciò per almeno la metà del loro orario di lavoro.

In Svizzera la base legale per la gestione del rischio rumore è rappresentata dall’art 34 OPI (Ordinanza Prevenzione Infortuni), dall’art 22 della OLL3 (Ordinanza 3 alla legge sul Lavoro) nonché da tutta una serie di direttive e liste di controllo SUVA o della SECO.

Da non dimenticare inoltre le due ordinanze per le donne in maternità e per i giovani lavoratori che indicano dei valori di esposizione differenti rispetto a tutta la popolazione dei lavoratori.

Tutta questa base legale prevede le misure di prevenzione e protezione contro l’esposizione professionale al rumore, in particolare per la prevenzione del danno uditivo.

EFFETTI EXTRA-UDITIVI DEL RUMORE

È noto che il rumore, oltre al danno legato alla perdita dell’udibilità di alcune frequenze, ha anche la capacità di produrre ulteriori danni alla salute del lavoratore esposto a determinati livelli espressi di decibel (dB).

Effetti fisiologici

Il rumore può interferire con le attività mentali che richiedono attenzione, memoria ed abilità nell’affrontare problemi complessi. Le strategie di adattamento messe in atto per “cancellare” il rumore e lo sforzo necessario per mantenere le prestazioni sono associate all’aumento della pressione arteriosa e ad elevati livelli ematici degli ormoni legati allo stress. Tali effetti possono avere gravi ricadute sulla salute e comportare, in relazione alle condizioni individuali del soggetto esposto, l’insorgenza di:

  • problemi cardiovascolari (ipertensione ed incremento rischio infarto), esiste ampia e documentata evidenza in letteratura della relazione tra esposizione a rumore ed insorgenza della cardiopatia ischemica e dell’ipertensione, a partire da livelli espositivi compresi fra 65 e 70 dB(A) di LAeq;
  • indebolimento delle difese immunitarie;
  • problemi gastrointestinali.

Effetti sulla comunicazione

La parola è comprensibile al 100% con livelli di rumore di fondo intorno a 45 dB(A) di LAeq. Per livelli superiori ai 55 dB(A) di LAeq di livello di fondo (livello medio raggiunto dalla voce umana non alterata), è necessario alzare il tono della voce.

L’eccessivo rumore di fondo interferisce con la capacità di concentrazione ed induce a comunicare con tono di voce alterato, incrementando conseguentemente il rumore di fondo dell’ambiente.

Nelle aule scolastiche e nelle sale congressuali in cui si trovano rispettivamente, bambini, che sono particolarmente sensibili agli effetti del rumore, e persone anziane, che possono avere problemi di diminuzione dell’udito, il rumore di fondo dovrebbe essere di 10 dB(A) di LAeq più basso rispetto alla voce dell’insegnante o dello speaker.

Effetti sull’apprendimento

È ormai assodato da studi condotti in sede internazionale che i bambini esposti a rumore cronico possono manifestare deficit nella capacità di concentrazione. Sembra che essi, per far fronte all’effetto distraente del rumore, sviluppino strategie di apprendimento che causano stress psico-fisico. Parecchi studi hanno poi documentato un collegamento fra rumore e risultati scolastici, in particolare la capacità nella lettura. Il rumore cronico ha effetti negativi sull’abilità nella lettura, al contrario del rumore acuto che sembra avere scarsi effetti. Anche l’abilità nella lingua parlata sembra essere correlata alle capacità nella lettura, per cui risulterebbe che il rumore è in relazione con entrambe.

Effetti sul riposo e sul sonno

Il rumore può disturbare il sonno inducendo difficoltà ad addormentarsi, riduzione della fase di sonno profondo, aumento dei risvegli ed effetti avversi dopo il risveglio o dopo un inadeguato riposo, come affaticamento e deficit delle prestazioni. Questi effetti si possono evitare se i livelli sonori nell’ambiente indoor destinato al riposo sono mantenuti sotto i 30 dB(A) di LAeq di livello di fondo, oppure con livello di picco max sotto 45 dB(A) di LAeq. Tali criteri dovrebbero essere scrupolosamente osservati per gli ambienti di lavoro destinati al turno di riposo dei lavoratori.

Effetti psicologici e comportamentali

La reazione di fastidio e malessere causata dal rumore aumenta ampiamente in base ai livelli di rumore; la maggior parte degli esseri umani risulta infastidita da esposizioni a rumore intorno a 50 dB(A) LAeq. Il rumore elevato induce aggressività ed incrementa quindi la possibilità di comportamenti aggressivi su soggetti predisposti.

A livelli espositivi superiori a 80 dB(A) di LAeq si riducono i riflessi istintivi in risposta a situazioni di pericolo, con potenziali ricadute in termini di sicurezza.

INTERAZIONE CON SOSTANZE OTOTOSSICHE

Le sostanze chimiche, i solventi e i medicinali che possono causare danni all’udito permanenti o temporanei, sono chiamate ototossiche. Molti solventi industriali sono ototossici.

Le sostanze chimiche solitamente inalate o assorbite attraverso la pelle possono raggiungere l’orecchio interno attraverso la circolazione sanguigna.

Le sostanze chimiche e i solventi di cui è noto l’effetto di danneggiare l’udito comprendono: tricloroetilene, xilene, stirene, toluene, esano e disolfuro di carbonio. Danni all’orecchio interno possono venire anche dall’ossido di carbonio che causa un’ipossia generale dell’organismo.

Anche il freddo severo è un agente ototossico perché interessa il nervo acustico.

CONCLUSIONI

La tematica degli effetti extra-uditivi del rumore è quindi molto complessa, anche alla luce dell’interazione del rumore con altri fattori (stressors) industriali.

Le conseguenze purtroppo non sono visibili immediatamente, a differenza di un infortunio, ma si palesano dopo tanti anni e spesso il rischio è ampiamente sottovalutato anche dagli stessi specialisti della sicurezza del lavoro.

Il costo sociale, rappresentato dai danni permanenti alla salute dei lavoratori, è tuttavia qualcosa sul quale riflettere e impegnarsi, al fine di arginare il fenomeno con misure di prevenzione e protezione.

CORSO DI FORMAZIONE CONTINUA

 Se siete interessati a questa tematica, vi invitiamo al corso di formazione continua, organizzato da HSE-Ticino, “Il rumore sul posto di lavoro: tutela della salute, basi legali, misure di prevenzione” che si terrà il 10.05.2023 a Cadro (Lugano), dalle ore 8:30 alle 12:30. Il corso riconosce ai partecipanti 2 UFC per specialisti MSSL.

 Info e iscrizioni: Il rumore sul posto di lavoro: tutela della salute, basi legali, misure di prevenzione