Che voi siate datori di lavoro, referenti per la sicurezza nella vostra azienda o consulenti per aziende operanti in diversi settori, oppure che siate lavoratori direttamente interessati alla tematica e magari coinvolti in prima persona, sicuramente sarete incappati più di una volta in problematiche relative alla movimentazione manuale dei carichi (MMC).

 La MMC si riferisce a tutte quelle operazioni che implicano il trasporto o il sostegno di un carico di peso non trascurabile. Un’attività potenzialmente rischiosa per i lavoratori se il sovraccarico biomeccanico non viene valutato correttamente ed eventualmente mitigato, in particolare per l’articolazione della spalla e la zona dorso-lombare.

 Il ventaglio di strumenti di valutazione del sovraccarico biomeccanico è ricco: si parte dalle linee guida proposte da SUVA e CFSL (opuscoli 44018i, 6245i e 88190i) per poi scendere nel dettaglio con le metodologie analitiche di calcolo NIOSH (sollevamento e spostamento), OCRA (movimenti ripetitivi) e Snook-Ciriello (traino/spinta), affinate e promosse negli anni da esperti come il prof. Enrico Occhipinti e la Dr.ssa Daniela Colombini che ne hanno permesso il riconoscimento nella UNI ISO 11228.

Questo articolo si propone però di fornire degli esempi di soluzioni pratiche nel contesto di un’azienda-tipo che si impegna su più fronti per migliorare l’ergonomia delle attività di MMC.

Ricalcando il principio S.T.O.P., indicheremo se si tratta di una misura S-sostitutiva, T-tecnica, O-organizzativa o P-personale (o una combinazione tra queste).

Magazzino

Tutto ciò che viaggia su pallet viene movimentato e stoccato usando i carrelli elevatori, ma parte della merce arriva su imballaggi da movimentare a mano e qui sorgono i primi problemi: nonostante infatti la normativa svizzera stabilisca come limite di peso raccomandato 25kg per gli uomini e 15kg per le donne (limiti che poi si abbassano, considerando la frequenza degli spostamenti, l’altezza di presa e di deposito, eventuali rotazioni del tronco o passi da fare, ecc.), capita spesso di ricevere merce in contenitori che eccedono i 20, i 30, ma anche i 40kg.

Che fare allora?

Una prima valutazione del rischio, che considera non solo la frequenza e la tipologia di movimenti, ma anche l’età e il sesso dei lavoratori, riduce a 16kg il peso limite raccomandato per gli spostamenti manuali in quell’attività (peso ottenuto utilizzando il metodo NIOSH).

Viene mandata successivamente una comunicazione a tutti i fornitori di materiali, chiedendo di organizzarsi per rispettare questo limite: in alcuni casi si riduce il numero di pezzi per lotto (riducendo le quantità diminuisce il peso del pacco), in altri casi (lotto unico o non divisibile) si mette su pallet ciò che precedentemente veniva gestito manualmente.

Non sempre si tratta di un cambiamento indolore: a volte cambiano gli accordi e i costi, ma è meglio un piccolo dolore oggi al portafoglio rispetto ad un grande dolore domani alla schiena del lavoratore (e, in ogni caso, al portafoglio dell’azienda).

Misura S.T.O.P.

Movimentazione carichi

Produzione

Durante la lavorazione di un prodotto, soprattutto se si ha a che fare con materiali ingombranti e pesanti, potrebbe essere utile l’installazione di una gru nel caso in cui la movimentazione del materiale avvenga sempre nella stessa area, che rimane quindi raggiungibile dallo sbraccio dell’attrezzatura .

Se si tratta della parte finale di una linea produttiva, l’agevolazione raddoppia: ne usufruiranno sia gli operatori addetti in quella linea per movimentare il pezzo nelle sue ultime lavorazioni, sia gli addetti alla logistica incaricati di prelevare il materiale finito (sempre se non sia già su pallet, e quindi movimentabile con carrello elevatore, che però è sempre meglio escludere dalle zone di produzione, limitandolo alle aree logistiche).

Fondamentale è l’addestramento del personale e la manutenzione/revisione dell’attrezzatura, delle funi, delle catene e di ogni altro elemento soggetto ad usura.

A seconda delle esigenze si può scegliere tra gru fisse e gru mobili, tra le diverse portate e tra i diversi metodi di presa (vacuum, pinze a pantografo, ganci, cinghie, ecc.).

Misura S.T.O.P.

Movimentazione carichi

Magazzino e produzione

Capita che la merce arrivata su un pallet composto da più colli debba essere “spallettizzata” e smistata per essere portata in produzione, o stoccata in maniera differente (per esempio caricata su un magazzino automatico), oppure che i materiali lavorati vengano prelevati manualmente per comporre la commessa finale.

Se queste attività non vengono svolte in una postazione definita, ma in maniera diffusa nell’azienda, non conviene introdurre una gru.

Per questo tipo di mansioni senza una specifica postazione, ma che “seguono” l’operatore in diverse aree, è indicato provare qualche modello di esoscheletro reperibile sul mercato per vedere se può fare al caso nostro.

Sottolineiamo l’importanza della prova e del coinvolgimento dei colleghi che eventualmente lo useranno (il loro feedback è fondamentale nella valutazione), in quanto ogni esoscheletro ha la sua specifica destinazione d’uso (per la schiena, per le braccia, per il sollevamento, per il sostegno, ecc.), i suoi vantaggi e i suoi limiti.

È possibile trovare esoscheletri attivi (dotati di motori interni che azionano il movimento) o passivi (che alleggeriscono i movimenti sfruttando un sistema di leve).

Misura S.T.O.P.

Movimentazione carichi

Ovviamente oltre a queste soluzioni ce ne possono essere altre, per esempio:

 –        modifica delle linee di produzione per favorire lo scorrimento dei pezzi pesanti rispetto al sollevamento e deposito.

–        Adozione di piani di lavoro ad altezza variabile che permettono di mantenere l’altezza ideale del livello di prelievo/deposito di pezzi.

–        Limiti di peso per i diversi livelli di scaffalature: maggiori al centro e minori nelle posizioni più sfavorevoli (in alto o in basso).

–        Rotazione del personale per diminuire la durata pro-capite delle attività di MMC.

–        Selezione del personale dedicato ad attività “pesanti” in base a caratteristiche fisiche, età e sesso.

–        Incremento delle pause per i lavoratori impiegati nelle attività di MMC.

–        Sessioni di riscaldamento muscolare e stretching prima e dopo il lavoro.

–        Controllo del sovraccarico muscolo-scheletrico con visite specifiche per le persone più a rischio.

HSE Ticino movimentazione carichi

Lo scopo di questo articolo è quello di dare degli spunti che possano essere di ispirazione per altre aziende che si ritrovano in situazioni analoghe, trattandosi di attività di MMC comuni e di sovente riscontrabili in un contesto lavorativo logistico o manufatturiero.

Articolo scritto per HSE-Ticino da Stefano Reghenzani, Safety and Health manager per Schindler Supply Chain Europe